I fatti risalgono al 2012 quando cinquantaseienne T. P. era stato ricoverato all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca, nell’unità operativa di Emodinamica e Cardiologia, a causa di infarto miocardico acuto. Il paziente è stato immediatamente sottoposto a coronarografia e a intervento chirurgico di angioplastica coronariaca.
A distanza di mesi dall’intervento, il paziente ha accusato gravi malesseri fisici e soltanto dopo alcuni accertamenti ematochimici, ha scoperto di avere contratto un virus ospedaliero.
Indagate le cause del contagio, il paziente, assistito dal legale Angelo Farruggia, ha intrapreso una causa civile contro l’Asp di Agrigento chiedendo il risarcimento del danno biologico e morale.
L’avvocato Farruggia ha sostenuto che l’Asp non avrebbe osservato delle linee guida indirizzate a garantire gli standard di sicurezza e di igiene ambientale dei reparti operatori e la sterilizzazione dello strumentario utilizzato per effettuare gli esami invasivi, come la coronarografia, così favorendo il contagio.
Al termine di un procedimento giudiziario durato cinque anni, il Tribunale ha condannato l’Asp di Agrigento a corrispondere in favore del paziente il risarcimento di 102.500 euro, oltre interessi e spese legali.
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