Francesca Valenti, presidente dell’Ati,lo ha ripetuto piu’ volte: nonostante dubbi e perplessità sulla azienda consortile speciale per il futuro dell’acqua pubblica, lei avrebbe votato la linea prevalente, ma a patto che il voto dell’Ati fosse unanime. Cosi’ e’ stato. Il nuovo servizio idrico integrato della provincia agrigentina sarà gestito da una società consortile speciale. La votazione ha avuto l’unanimita’ mentre si sono astenuti gli otto comuni, Menfi, Burgio, Santa Margherita Belìce, Bivona, Cammarata, Alessandria della Rocca, Santo Stefano Quisquina, esattamente gli otto che hanno presentato le istanze per il riconoscimento dell’art. 147 che consente di continuare con la gestione in house.
Tanto era acceso il dibattito negli scorsi giorni che alla vigilia del voto alcune divisioni avrebbero prevalso. Invece, compatto ha vinto anche la linea auspicata dalle associazioni che negli anni hanno portato avanti la lunga battaglia per l’acqua pubblica in provincia.
La scelta era tra una società per azioni con capitale pubblico e una società consortile speciale. Sulle due forme si è acceso un serrato dibattito. Tutte le associazioni a
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